Nel panorama televisivo italiano, i premi attribuiti nei quiz hanno assunto per decenni una forma singolare: quella dei gettoni d’oro. Questo sistema, ampiamente utilizzato ancora oggi, rappresenta una curiosità tutta italiana e nasconde ragioni di natura legale, fiscale e storica che meritano di essere esplorate per comprendere davvero cosa si cela dietro il tradizionale gesto di spedire ai vincitori le famose monete dorate.
Origini storiche e motivazioni legali
L’utilizzo dei gettoni d’oro nei premi televisivi ha radici profonde che risalgono al secondo dopoguerra, con i primi quiz trasmessi dalla RAI negli anni Cinquanta. La normativa dell’epoca vietava severamente ai soggetti privati, compresi gli enti radiotelevisivi, di elargire premi in denaro contante fuori dai casi espressamente autorizzati come gioco d’azzardo o concorsi a premi regolamentati. Questa rigidità era motivata sia dalla necessità di evitare la diffusione del gioco non controllato, sia da un evidente intento di contrastare il riciclaggio di denaro attraverso i giochi di sorte. Le aziende televisive, dunque, cercarono una soluzione alternativa che consentisse ugualmente di elargire premi consistenti ma rispettando i vincoli imposti: nacque così la consuetudine dei gettoni d’oro.
Perché proprio l’oro? Aspetti pratici e valutazione del premio
I gettoni offerti come premio sono, a tutti gli effetti, monete in oro 18 carati, ovvero realizzate con una purezza pari al 75%. Il valore nominale del premio – quello che viene pubblicizzato durante i quiz, come “vinci 100.000 euro!” – viene convertito in una quantità equivalente di questi gettoni a seconda della quotazione dell’oro al momento dell’acquisto da parte dell’emittente. La scelta dell’oro è dovuta soprattutto alla sua facile valutazione e liquidità: i vincitori possono infatti recarsi presso il Banco Metalli e convertirli in valuta corrente o venderli a privati, ottenendo così il denaro con relativa facilità.
Il sistema ha anche effetti non secondari: la somma realmente incassata dal vincitore risulta spesso inferiore alla cifra annunciata. Il valore dei gettoni è calcolato al lordo delle spese di manifattura, della ritenuta fiscale (attualmente il 20% per i giochi trasmessi in tv), dell’IVA sull’oro e di eventuali commissioni trattenute dagli intermediari nelle operazioni di cambio. Tutto questo può portare a riduzioni consistenti: un premio da 100.000 euro in gettoni d’oro, ad esempio, può scendere fino a 80.000 euro al netto delle ritenute, e ulteriormente dopo la conversione in contanti.
Vantaggi fiscali ed effetti sulla tassazione
Dal punto di vista fiscale, il pagamento dei premi tramite monete d’oro soddisfa un duplice obiettivo: quello di evitare la configurazione del gioco televisivo come gioco d’azzardo non autorizzato e quello di semplificare la gestione tributaria sia per l’emittente che per il vincitore. La società televisiva agisce da sostituto d’imposta e procede alla ritenuta direttamente prima della consegna, per cui il premio percepito, una volta incassato, non costituisce più reddito imponibile. Ciò consente al vincitore di non dichiarare la somma nella propria dichiarazione dei redditi, avendo già assolto agli obblighi tributari in sede di erogazione.
Dal 2016, alcune restrizioni si sono gradualmente ammorbidite, consentendo in taluni casi anche l’erogazione diretta attraverso bonifici bancari, specialmente se le regole del quiz sono dettagliate e trasparenti. Tuttavia, la tradizione dei gettoni d’oro continua a persistere, complice anche la consolidata consuetudine e la percezione di maggiore “prestigio” rispetto a un premio in denaro diretto.
Tempistiche di consegna e altre criticità
Uno degli aspetti più criticati del sistema riguarda i tempi di consegna dei gettoni, che possono arrivare anche a sei mesi dalla vincita, a causa delle pratiche amministrative e delle oscillazioni del prezzo dell’oro. In alcuni casi, questo ritardo può ridurre il potere d’acquisto del premio o complicare la sostituzione dei gettoni in valuta se il mercato dell’oro subisce fluttuazioni negative.
Al momento della conversione in euro, il vincitore deve poi considerare non solo la quotazione dell’oro, ma anche eventuali altre commissioni e costi operativi richiesti dagli operatori autorizzati o dai Compro Oro. La trasparenza nel processo di valutazione risulta quindi fondamentale, così come la consapevolezza che il valore effettivo del premio può differire significativamente dall’importo iniziale indicato in trasmissione.
Nonostante le complessità, il gettone d’oro resta un simbolo iconico dei quiz televisivi italiani, un elemento che unisce storia, economia e costume, e che continua a rappresentare la lucente promessa di un successo raggiunto davanti alle telecamere. Sebbene esistano ora evoluzioni nei meccanismi di pagamento, l’oro mantiene intatto il proprio fascino, assicurando ancora quella patina di esclusività alle vincite che lo hanno reso celebre nel panorama delle competizioni televisive. In questo modo, la tradizione rimane salda, tra nostalgia, praticità e le più recenti esigenze regolamentari.