Nel settore bancario, la responsabilità degli istituti di credito nei confronti dei clienti ha assunto una posizione centrale a seguito della sempre maggiore attenzione che la giurisprudenza e la normativa italiana dedicano alla tutela dei risparmiatori. Se la banca commette un errore, non solo contrattuale ma anche in fase esecutiva o comunicativa, essa è obbligata a farsi carico dei danni causati, garantendo agli utenti strumenti concreti di tutela e risarcimento. Le casistiche che vedono coinvolti gli istituti per errori sono di vario tipo, dalla gestione dei pagamenti alle segnalazioni alle centrali rischi, e comportano spesso conseguenze rilevanti sia economiche che personali per il cliente coinvolto.
Responsabilità della banca: quadro normativo e principi giurisprudenziali
Le banche, come stabilito dalla più recente giurisprudenza, sono tenute a comportarsi con la massima trasparenza e correttezza nei rapporti con la clientela. Le sentenze della Corte di Cassazione hanno specificato che ogni istituto deve assicurare il rispetto delle condizioni contrattuali stipulate con il cliente e garantire informazioni chiare e comprensibili sia nella fase che precede il contratto che nell’esecuzione dello stesso. Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligo informativo si traduce nella necessità di non omettere dettagli fondamentali e di rendere completamente accessibili i rischi e le condizioni economiche di ogni operazione. Se vengono commessi errori, il cliente ha diritto al risarcimento per ogni danno subito, incluso il mancato guadagno o altri disagi derivanti dall’azione o omissione della banca.
L’articolo 2050 del codice civile sottolinea come, nello svolgimento di attività pericolose o dall’uso di particolari mezzi, chi provoca danni ad altri debba risarcire i danni a meno che non provi di aver posto in essere tutte le misure necessarie a evitarli. Nel caso specifico delle banche, numerose operazioni come i pagamenti elettronici, l’invio di bonifici o la gestione delle informazioni creditizie, rientrano nelle attività dove il rischio di errore, pur dovendo essere minimizzato, non può essere del tutto escluso.
Principali tipologie di errori bancari
Gli errori delle banche che possono generare un obbligo risarcitorio sono molteplici e includono:
- Errate esecuzioni di bonifici o pagamenti: Se la banca esegue un pagamento non autorizzato dal cliente o porta a buon fine un ordine con dati manifestamente sbagliati, è tenuta a rimborsare l’importo e risarcire il danno conseguente.
- Errori nel calcolo degli interessi o delle commissioni: Errori di questo tipo riguardano la cattiva applicazione delle condizioni contrattuali e possono comportare l’obbligo del rimborso di quanto illegalmente addebitato, con eventuali interessi accessori.
- Segnalazioni illegittime alle centrali rischi: La banca che segnala erroneamente un cliente come cattivo pagatore può essere tenuta a risarcire il danno patrimoniale, reputazionale e, in alcuni casi, il danno esistenziale subito dal cliente per il mancato accesso al credito.
- Mancata o incompleta informazione: Se il cliente non è adeguatamente informato sui rischi o sulle condizioni delle operazioni bancarie, può agire per il risarcimento del danno in caso di perdita economica.
Ogni tipologia di errore viene valutata dalla magistratura in base all’effettiva diligenza professionale adottata dalla banca e sulla base delle prove fornite in giudizio.
Procedura di tutela e diritto al risarcimento
Chi si trova vittima di un errore bancario ha a disposizione diversi strumenti per tutelare i propri diritti. Normalmente il primo passo è la richiesta formale di rettifica o rimborso all’istituto di credito, fornendo le prove dell’errore e dei danni subiti. Qualora la banca non fornisca risposta soddisfacente, il cliente può rivolgersi agli Organismi di conciliazione, all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) o all’autorità giudiziaria ordinaria.
Nel caso di segnalazione illecita in Centrale Rischi, ad esempio, il percorso può prevedere:
- Richiesta di rettifica alla banca e alla Banca d’Italia
- Procedura di conciliazione o ricorso al Garante per la protezione dei dati personali in caso di trattamento illecito
- Azioni giudiziarie dirette presso i Tribunali civili per ottenere il risarcimento danni di natura patrimoniale, morale e, in alcune fattispecie, esistenziale
Il diritto al risarcimento, tuttavia, non è automatico: il danneggiato deve provare sia la responsabilità della banca che il danno subito. In alcuni casi, la banca può liberarsi da responsabilità dimostrando di aver adottato tutte le precauzioni possibili oppure se riesce a provare la colpa grave, la frode o il dolo da parte del cliente.
Limiti di responsabilità e onere della prova
Pur essendo generalmente responsabili per danni derivanti da errori, le banche possono invocare l’assenza di colpa qualora dimostrino di avere rispettato tutti gli standard di diligenza professionale richiesti dal settore. Ad esempio, nel caso di bonifici bancari, se l’errore era riconoscibile e prevenibile tramite strumenti tecnici a disposizione, non averli utilizzati espone l’istituto a responsabilità civile. Di contro, se l’anomalia deriva da errori del cliente nel fornire dati o istruzioni, la responsabilità della banca non viene in rilievo.
Prova della colpa
L’onere di dimostrare la correttezza dell’operato grava di norma sulla banca, soprattutto quando si parla di sicurezza dei pagamenti digitali e autenticazione forte. Solo se la banca fornisce prova concreta che la transazione contestata deriva da dolo, frode o colpa grave dell’utente, essa può evitare il rimborso o la responsabilità per danni.
Nel diritto vigente, emerge una particolare attenzione alla tutela del cliente/consumatore, considerato tradizionalmente la parte “debole” nei contratti bancari. Persino nel trattamento illecito dei dati personali e nella gestione della privacy le banche sono obbligate a prestare estrema cautela, pena la responsabilità risarcitoria anche per danni non strettamente economici ma legati a perdita di opportunità, danno d’immagine o lesione della reputazione finanziaria.
Le pratiche di trasparenza e la corretta informazione verso il cliente rappresentano una garanzia fondamentale contro le controversie. Un atteggiamento proattivo nella verifica delle procedure interne, così come l’adozione di sistemi informatici e formativi adeguati, si traducono oggi in una riduzione del contenzioso e nell’accrescimento della fiducia tra banche e clienti.
In sintesi, la banca che sbaglia risponde dei propri errori con il risarcimento di tutti i danni provati dal cliente, sia di natura patrimoniale che non patrimoniale. È fondamentale, per chi si trovi danneggiato, conservare prove e documentazione e agire tempestivamente per tutelare i propri diritti attraverso le sedi appropriate.